Il Vajrayana è la terza – dopo Theravada e Mahayana – ed ultima trasformazione del buddhismo indiano e può essere considerata un’ espansione del Mahayana di cui condivide le premesse filosofiche.

 

 

 

Buddhismo Vajrayana: significato del nome

Il nome di questa scuola deriva dall’ unione di vajra – diamante, ma anche saetta, fulmine – e yana – veicolo, pertanto questa corrente può essere definita Buddhismo del Veicolo Adamantino. Questo nome indicherebbe la limpidezza ed infrangibilità della Verità ultima di tutte le cose.

Con la parola Vajra inoltre si indica un oggetto sacro del Buddhismo Tibetano, che ricopre significati simbolici molto importanti ed è spesso associato alle figure dei bodhisattva più importanti.

 Al vajra è inoltre associato un importante mantra – il Mantra dell’Armatura Vajra o Mantra dell’Armatura di Diamante – che nella tradizione del Buddhismo tantrico è ritenuto essere uno dei mantra di protezione più potenti.

 

Dottrina e pratiche del Buddhismo Vajrayana

In estrema sintesi il Vajrayana considera il mondo fenomenico come espressione della vacuità, escludendo ogni differenza tra il piano della verità relativa e quella della realtà assoluta. Solo se opportunamente trasmutati attraverso le pratiche, i fenomeni si rivelano nella loro vera natura di pura vacuità.

Un aspetto distintivo del buddhismo Vajrayana è rappresentato dalle tecniche tantriche, che consentirebbero il raggiungimento dell’illuminazione attraverso una via più rapida. Per questo motivo il Buddhismo Vajrayana è anche chiamato Tantrayana.

Mentre per il Mahayana l’illuminazione poteva essere raggiunta esclusivamente grazie a una vita di perfezionamento – rinuncia alle condotte negative e accumulazione di meriti – il Vajrayana utilizza anche, in aggiunta, tecniche di purificazione a differenti livelli – fisico ed energetico.

 

Diffusione geografica del Buddhismo Vajrayana

La corrente Vajrayana, comparsa in india intorno al VI-VII sec. d. C. , si diffuse soprattutto in Tibet, dove si innestò su un Buddhismo di antica tradizione shamanica, culturalmente particolarmente disponibile a contaminazioni di tipo tantrico. E’ però oggi presente anche in Giappone, nella scuola Shingon.

 

Scuole Vajrayana: Zhenyan   e Shingon

Lo Zhenyan – letteralmente “scuola della parola (yan) vera (zhen)” – rappresenta la corrente cinese della scuola Vajrayana. E’ anche chiamata mizong o “scuola dei segreti”, per il forte valore iniziatico delle pratiche, che venivano gelosamente custodite e trasmesse solo da Maestro ad allievo. Derivando dal buddhismo tantrico, nel quale corpo, parola e mente costituiscono le vie d’accesso alla pratica, essa ne utilizza gli strumenti caratteristici quali le mudra – gesti ritualizzati – le visualizzazioni – i mandala – e soprattutto i mantra – recitazioni rituali , per il qual motivo fu anche conosciuta come Mantrayama o “scuola dei mantra”.

Lo Zhenyan cominciò a diffondersi all’ inizio dell’ VIII secolo: l’uso di rituali e di formule per la protezione della nazione, attività nella quale primeggiava, valsero alla scuola l’appoggio di diverse dinastie di imperatori che le consentirono di diffondersi e prosperare. Gli insegnamenti enfatizzavano in particolare l’aspetto pratico dell’esperienza spirituale. La scuola tuttavia non è sopravvissuta fino ad oggi.

Differentemente, la sua versione giapponese – lo Shingon – è ancora oggi una tradizione viva e rispettata.

 

Liberamente tratto da N. Celli, Dizionari delle religioni – Buddhismo, Mondadori Electa, 2006

E da C. Humphreys, Dizionario Buddhista, Ubaldini editore, Roma, 1981

Sabrina