La corretta esecuzione di un mantra è cruciale perché si producano i correlati effetti vibrazionali ed energetici. Tecnicamente parlando, il mantra non si canta, né si recita: si tratta piuttosto di eseguire un determinato suono, o una sequenza di suoni, con la giusta intonazione.

 

 

Corretta esecuzione dei Mantra: intonazione

La corretta intonazione e la capacità di “mantenere”  la nota  per un tempo sufficientemente lungo sono i due elementi essenziali. Per riuscirci è cruciale disciplinare la propria respirazione, in modo che sia calma e naturale.

Senza entrare in complicati tecnicismi – non sono così competente in materia e il mio punto di vista è quello di una semplice praticante piuttosto occasionale – normalmente le difficoltà che si presentano a chi si approccia a questo tipo di pratica sono di due tipi: riuscire a produrre il suono per un periodo abbastanza lungo di tempo – il che normalmente produce mancanza di fiato – e contemporaneamente farlo con voce ferma, senza vibrazioni o incertezze nella voce.

Per quanto riguarda il primo punto, quello che si fa di solito è riempirsi al massimo i polmoni, in modo da garantirsi una fase di emissione – quando si produce il suono – più lunga.

Controintuitivamente questa è una manovra sbagliata, in quanto riempire i polmoni al massimo costringe il diaframma in una posizione innaturalmente rigida, bloccandolo quasi completamente. Meglio riempire i polmoni non completamente – gli esperti suggeriscono di riempirli dei 4/5 – in modo da non creare tensione muscolare nella fase di emissione, che altrimenti diventa difficilmente controllabile.

Il secondo problema è il “mantenimento” della nota corretta, senza che si producano increspature vocali o vibrazioni di altro tipo: anche in questo caso si tratta di un problema facilmente superabile con l’esercizio. Si tratta di prendere consapevolezza del nostro apparato vocale provando a rilassarlo il più possibile.

Schema dell'apparato fonatorio umano

Schema dell’apparato fonatorio umano

 

Il consiglio degli esperti è di non preoccuparsi assolutamente, all’inizio, della durata del suono: fattori molto più importanti sono la corretta intonazione del mantra e la sua “stabilità”. Con il tempo e l’esercizio, il nostro apparato vocale imparerà da solo a prolungare il mantra, una cosa che tra l’altro dipende anche direttamente dal nostro livello di concentrazione.

 

Corretta esecuzione dei Mantra: come “uscire” dal suono

Un altro punto critico nell’esecuzione di un mantra è come “uscire” dal mantra stesso, o fase di “nasalizzazione”. La chiusura del mantra è infatti una sorta di progressivo “sfocamento sonoro” o “dissolvenza” che molto gentilmente allunga il suono creando un passaggio graduale e dolce al silenzio – mancanza di vibrazione. Questo effetto è ottenibile nasalizzando il suono, ovvero permettendo l’uscita dell’aria anche dal naso oltre che dalla bocca.

Si tratta di un’operazione di fondamentale importanza che,  anche se può sembrare un po’ tecnica – si ottiene muovendo il palato molle – in realtà già facciamo intuitivamente quando, per esempio, recitiamo i Bijia Mantra – Mantra Seme – come l’ Om – che terminano tutti con la consonante M – e che pertanto non possono essere eseguiti a bocca aperta. Senza la nasalizzazione, il passaggio tra la vocale e la consonante risulterebbe troppo brusco e finirebbe con lo “spezzare” l’emissione, compromettendo la produzione della corretta vibrazione del mantra.

 

Corretta esecuzione dei Mantra: il bindu

Questo momento di passaggio tra il suono – vibrazione – e il silenzio – mancanza di vibrazione – è detto bindu – che in sanscrito significa “goccia, particella, punto” – ed ha un’importanza centrale nell’esecuzione rituale dei mantra, perché segna il passaggio tra il suono esteriore, fisico e quello che viene definito “suono interiore”, una vibrazione “mentale” più sottile che avviene a un più alto livello di coscienza.

Proprio il valore “magico” del suono e delle “parole di potere”, e la centralità simbolica del bindu nei mantra, ha dato origine al dibattito, in realtà ancora aperto, rispetto al fatto che i mantra siano o meno un linguaggio : è più importante il senso logico delle parole o piuttosto le proprietà vibrazionali di sequenze di suoni?

Come curiosità, vi invito a guardare il video del seguente esperimento che dimostra come vibrazioni diverse possano influenzare, in modo diverso, la materia:

 

Se invece desiderate ulteriori spunti di carattere più tecnico sulla corretta esecuzione dei mantra, rimando a questo sito, che ho trovato illuminante ed esaustivo, dal quale ho tratto la maggior parte delle informazioni: http://www.lamagiadelsuono.com/

Sabrina