Mantra è una parola sanscrita – la lingua dell’antica civiltà vedica, oggi non più in uso neppure in India.

La parola è composta da:

  • “Man” che significa “mente, pensiero, intelletto” ma anche “flusso, respiro”;
  • e dal suffisso “tra” che possiede il duplice significato di “proteggere” ma anche “liberare”.

 

La parola ha quindi un significato complesso: è qualcosa che “libera la mente” ma anche che “la protegge dal continuo flusso del pensiero”.

In altri termini eseguire tali formule aiuta a proteggere la nostra mente nella sua essenza più originaria – un’essenza “vuota” di calma, quiete e profonda recettività, liberandola dal turbinio dei pensieri ossessivi, delle paure, delle preoccupazioni e delle angosce.

I mantra sono pertanto formule che, recitate con le corretta intonazione e attitudine, sono in grado di agire sulla nostra mente nel suo livello più profondo o – come diremmo in occidente – sul nostro inconscio, mettendoci in contatto con il nostro vero io. Questo Io interiore è la nostra essenza più vera, al di la dei pensieri contingenti: nelle tradizioni spirituali viene chiamato Anima, ma anche Dio, Deva, Universo, Tutto.

Secondo i testi vedici, attraverso la ritualità della recita dei mantra è possibile pervenire a una nuova e più completa forma di consapevolezza, o Shakti.

Queste formule sono presenti nelle più diverse tradizioni spirituali, e spesso sono utilizzate a scopo di guarigione.

Un mantra può essere costituito da una semplice sillaba, da una parola o da un insieme di parole.

Da questo punto di vista si possono distinguere:

  • i cosiddetti Bijia Mantra o Mantra Seme – costituiti da una sola sillaba, come per esempio l’Om ;
  • e tutti gli altri mantra – costituiti invece da parole o intere frasi.

Tra i più importanti e conosciuti appartenenti a questa seconda categoria si trovano, per esempio l’ Om Mani Padme Hum e il Gayatri.

Sabrina